Gibellina fu completamente distrutta da un terribile terremoto nel 1968. Fu successivamente ricostruita tra i vigneti di un'antica valle, non lontano dal paese originario. Durante la ricostruzione molti artisti e architetti realizzarono sculture ed edifici per far rinascere la città sotto una nuova influenza artistica e culturale. Tuttavia, alcuni di questi edifici non furono mai completati. Oggi Gibellina Nuova rappresenta una grande sfida che mira a creare crescita e sviluppo per le generazioni presenti e future attraverso il completamento di quelle strutture incompiute. Il progetto si basa sull'idea che è possibile migliorare la vita a Gibellina Nuova se si riesce a valorizzare le potenzialità della città e a trovare i giusti stimoli per il rinnovamento. Siamo partiti dall’ascolto delle popolazioni locali e abbiamo scoperto che la principale vocazione alla crescita e allo sviluppo del territorio è la promozione di una filiera alimentare di qualità. Il progetto consiste quindi nel riprogettare gli spazi interni dell'incompiuto teatro - progettato da Pietro Consagra - e nella realizzazione di un parco agricolo che servirà il “Rural Lab”, un innovativo centro didattico proposto dal MIUR che sarà parte integrante del processo di sviluppo del territorio.
Il "Rural Lab" è uno spazio innovativo in cui gli studenti possono sviluppare e migliorare competenze specifiche attraverso il contatto e la cooperazione con imprese e associazioni locali, e questa esperienza darà loro sicuramente migliori opportunità lavorative. Nel teatro si svolgeranno le attività di formazione e ricerca del “Rural Lab”, mentre il parco agricolo circostante servirà per le attività sperimentali. Il teatro mantiene la sua natura scultorea e viene riabitato al suo interno da un nuovo edificio che, come un paguro nella conchiglia, si innesta sulla maglia della struttura originaria, ma ne occupa solo parzialmente il volume: la copertura del l'edificio, originariamente destinato a teatro, diventa una piazza pubblica accessibile da diversi sistemi di salita che corrono indipendentemente sui fronti interni della scultura (edificio originario); il piano interrato, sgombrato e reso permeabile mediante un ricambio del terreno, ospita un mercato coperto di prodotti agricoli. L'edificio è quindi completamente inserito all'interno di un nuovo spazio pubblico aperto ad un'ampia gamma di funzioni e usi che possono essere modificati nel corso del tempo. Il parco rappresenta la natura produttiva che entra nella città e risponde al duplice obiettivo di dare densità vegetale ad un centro urbano spoglio e di ricollegare trasversalmente le due aree abitate della città.
Freespace è ciò che abbiamo in questo progetto: è l'offerta di spazio pubblico che supporta la nuova configurazione urbana, ma è anche uno spazio immateriale che crea opportunità generate da eventi geografici e storici, ma ancora disponibili per ulteriore immaginazione.
Freespace Teatro
Paesaggio agricolo
Parco agricolo urbano
il Carapace
Sezione prospettica
Ingresso al Rural Lab
Piazza coperta
Laboratorio territoriale
Padiglione Italia - Biennale di Architettura di Venezia
Padiglione Italia - Biennale di Architettura di Venezia
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